sabato 12 giugno 2010

Ho visto una donna morire.




E' difficile tornare, a volte si compiono atti senza un'azione volontaria.
A volte è meglio reagire d'impulso, si potrebbero far cose che a mente lucida non si farebbero mai e poi mai. Oh sì, a volte è un bene. A volte.
A., 18 anni, fiera possessrice di vagina, occhi castani e ciglia lunghe, capelli come seta, sorriso da sognatrice. Le sue vene non si tappavano mai finchè lei continuava a scrivere, non si riusciva a immaginarla senza una penna in mano e dei pensieri di carta. Davano spazio al suo sangue per circolare meglio. Il suo ossigeno, ogni parola che il suo cervello e il suo cuore le recapitavano, erano il suo ossigeno e insieme a queste, lo era anche Lui, paragonato più volte a qualcosa di metafisico, speciale, forte apparentemente, fragile dentro. C'era chi si sarebbe spezzato per raccoglierne i pezzi e non vederlo crollare mai più.
Si lottava per la libertà Venerdì mattina, l'Italia imbavagliata: ci si sente indignati, stanchi, forse più forti, incazzati.
Ventiquattro ore spese così, sicuramente delle strane ventiquattro ore. C'era qualche gas nobile nell'aria.
Si spense la luce e dei punti bucarono il cielo, come ogni notte. Ma quella notte, vi era tutto tranne che consolazione.
04:04, pelle e carne trita si mischiarono con l'asfalto che circondava un ospedale.
A. riusciva a sentire ancora l'eco dentro di sè, non erano parole ma colpi all'anima, questa volta.
A. ha visto una donna morire.
C'era chi tempo prima sulla propria testa aveva il cielo grigio, confusione in casa, ancor peggio dei tuoni che facevano a pugni con le nuvole.
C'era chi, aveva conosciuto una donna, M., di cui erano rimaste solo la pelle e le ossa.
C'era chi aveva conosciuto delle ossa che non si reggevano più.
Cadde nella doccia, quella donna.
Rimase seduta nella vasca, fradicia, coi denti battenti come le dita di uno scrittore sulla propria macchina da scrivere, non v'era modo di fermarli. Vi rimase per più di un'ora, nel suo silenzio.
E' difficile rendersi conto di non essere più autosufficienti e lei non lo voleva accettare.
C'era chi aveva visto cadere un quadro dietro di Lei e insieme al quadro i suoi occhi rivolti verso l'alto, era ancora cosciente di ciò che stava accadendo nell'aria.
C'era chi aveva visto due occhi sbarrati, una mano fredda che non riusciva a stringere la sua.
C'era chi aveva visto una donna che non riconosceva più la sua bambina.
C'era chi ha guardato dentro di sè e non ha saputo altro che dire "Ciao M.", anche se lei probabilmente non sentiva, anche se la sera prima avevano litigato.
C'era chi andandosene via sputò ogni essere presente in quella stanza. Erano lì, contro la volontà di quella donna.
Anche quest'ultima, venne portata in quell'orrido edificio bianco, o meglio, si tentò di arrivarci fino all'ultimo respiro.
C'era chi credeva nell'immortalità, c'era chi credeva che M. fosse la sua Dea immortale.
Cinque minuti, solo cinque.
Il suono emesso da un telefono, le prime parole elettroniche di chi sapeva già, prima di chi ne aveva realmente il diritto.
Dispiaceri, conforto, poca concezione di ciò che realmente stava accadendo.
C'era chi si incazzava e mandava la gente a farsi fottere, non era quella la verità di cui era a conoscenza, non poteva crederci. Andava tutto bene, o forse voleva solo crederci per almeno altri pochissimi minuti. Per una volta, c'era chi avrebbe sperato di avere a che fare con gente falsa.
C'era chi vide arrivare un uomo, in così poco tempo, non era un bel segno, affatto.
Non erano arrivati all'edificio bianco.
Lo sguardo di un uomo davanti a quello di una sedicenne, "C'era chi", e a quello di un bambino destinato a diventare grande senza poter rispettare i suoi tempi.
Pianti, urla, tremolii e incredulità.
Negazione.
Le braccia di quell'uomo erano diventate troppo corte per riuscire ad abbracciare tutto il dolore.

Anche "C'era chi", stanotte, ha rivisto una donna morire.

(Per quanto riguarda la foto postata, richiederei discrezione.
E' un MIO scatto, come tutti gli altri. Anche se è fatto con il cellulare per me è importantissimo.
I soggetti di quella foto sono tutta la mia vita.
Ha un valore inestimabile, nonostante sia veramente pietosa, artisticamente parlando.
Detto questo, detto tutto.
Au revoir.)

3 commenti:

  1. Non mi serve altro che
    ritrovare me stessa
    per portare avanti il mio blog.
    Grazie lo stesso.

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  2. tu sei fantastica, e il tuo modo di scrivere è fantastico. di quelli che devi leggere tuttod'unfiato.
    mi ci sono catapultata.

    ti amo.

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  3. Perchè con le fiamme che albergano nei tuoi occhi
    mi fai prender forma
    mi rendi bella
    come farei se tu non ci fossi?

    ti amo.

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