venerdì 29 aprile 2011

Boom, scoppia.



Il vento nelle orecchie. Uno ha paura quando sente il vento nelle orecchie e il cuore sembra una caffettiera oramai troppo vecchia per essere usata. Boom, scoppia.
Mi sento così da tutta la notte
Io ho paura, io ho il vento nelle orecchie.
So che adesso è inopportuno dirlo,
ma sarebbe bello se mi dicessi
"Come sei bella riflessa nelle birre vuote."

Me la passate una birra?
Sono senza speranza,
bevo troppo the e fumo a dismisura
e i miei occhi sono pieni come i carrelli
come quelli della gente che
va a far la spesa
per il primo Maggio.
Il primo Maggio è un ingiustizia
non mi serve a un cazzo.
Io odio le feste
e non ho fame



e odio ciò che sto scrivendo



e non devo cantare Boys don't cry se non ci credo
e il mio cuore è una pietra
il mio cuore è un treno arrugginito
il mio cuore è una caffettiera vecchia.

Boom,
scoppia.

giovedì 28 aprile 2011

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Piove.
Piove e fa male, picchia forte sulla mia schiena,
disintegrando scapole, vertebre,
petto.
Eppure continua a piacermi.

mercoledì 27 aprile 2011

Strawberry.




Ho le mani rosse.


Ho le mani rosse di un assassino che implora un cuore che non gli appartiene.


C'è odore di fragole in ogni angolo della mia stanza, così cianotica, ora portata ad un grado di colore più caldo.


Le mie mani profumano, sanno di fragole. Stringile, baciale fino a farne dei guanti. Non pensavo, non pensavo proprio.


E lo vedi, che i nostri sogni sfondavano i soffitti?


Noi stesi a guardarli da una scala che non verrà portata a termine.


Piove.


Ho ancora il sale e il mare sulle caviglie.

martedì 19 aprile 2011

Il silenzio dalle narici.
















Mi tiri dal braccio e mi dici che c'è qualche punto da spiegare
ma io sono brava solo ad accorgermi della loro presenza,
di quello che non va.
Camminiamo su strade deserte e tu ti accingi ad accendere l'ultima sigaretta
prima che i binari la portino via insieme ai capelli che si confondono
col mio maglione da cinquanta lire.
Ti abbassi, ma non raccogli niente,
arrotolandoti su te stesso perdi coscienza
io ti guardo e mi sveglio abbracciata ad un albero tagliato male.

La nostra prima conversazione.

Il mio ultimo the e il tuo caffé che non ti terrà sveglio.
Gli accenti sbagliati e le scale di cellulosa.
Il mondo che gira anche se tu rompi gli orologi.
Le "x" sulle mani, come se dovessi scavare per trovarci un tesoro nascosto.
E il silenzio che ci cola dal naso e non stagna.
Credimi che
non stagna
non stagna.

La nostra seconda conversazione.

Ripariamoci con qualche lettera in più.
Ricordami come ti chiami
piangi sul mio braccio
che non sentirà il sapore di salsedine
che non si scoprirà mai alla luce del sole.
Stringimi la nuca nel secondo scaffale della nostra libreria preferita.
Cadiamo via con dei paracadute di carta straccia.

Però potremmo anche parlare per sette ore di un Ossimoro.