lunedì 11 luglio 2011

Cinquantuno schiocchi di dita.




A due ruote, con le teste calde
e i caschi rotti
il verde intorno
i dossi da cui ci rialzeremo
e gli ascensori con l'aria climatizzata a mò
di supermarket.
Baciami al piano terra,
portami in alto senza farmi staccare
i piedi dal pavimento.
Non esser mancini
ma aver l'abitudine di guardare sempre a sinistra
Non esser destri e
compiere azioni opposte
Romperò il velo di maya
per spalancare le porte
a due parole che non ti avevo mai detto
né pensavo di poterlo fare.
Brinderemo col wisky e
sotto una pioggia artificiale
ghiaccieremo i nostri cervelli
per ragionare solo coi
nostri quori
riempendoli di acqua e zucchero.
Dieci fotogrammi al secondo
cinquantuno schiocchi di dita.
Non farei rewind
seguirò Bergson
e il suo concetto di distanza
ma sul marmo roseo
come la tua pelle
stenderò le mani
in attesa
di ricominciare a schioccare le dita.




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